8 dicembre 2012

Julia Quinn
Cieli di Cornovaglia

Serie Blydon 3

Trama
I Romanzi Mondadori
Lei è Henrietta Barrett, irriverente e sfacciata, indossa pantaloni anziché abiti eleganti, si fa chiamare Henry ed è cresciuta in una tenuta della Cornovaglia. Lui è William Dunford, il più sfuggente scapolo di Londra, e ha appena ereditato il titolo di lord e una tenuta in Cornovaglia…
Il loro primo incontro fa scintille: sebbene lui voglia solo visitare la proprietà per non tornarci più, lei fa di tutto per toglierselo dai piedi.
Ma ottiene l’effetto contrario, perché William, abituato alle moine delle dame di città, si ritrova irrimediabilmente attratto da tanta naturalezza.







Commento
Che noia mortale! Santo cielo! Mai mi era successo di leggere un romanzo della Quinn e sperare che finisse il prima possibile! Fino ad ora, poi, l'avevo sempre e solamente letta in lingua originale per cui mi sorge il dubbio che la noia sia stata provocata anche dalla traduzione arcaica andante (certi termini sembravano usciti da un altro tempo!).
Tanto per cominciare il libro è troppo lungo, troppo considerando che praticamente succede pochissimo dal punto di vista della trama, e poi i personaggi...o meglio IL personaggio femminile e quanto di più fastidioso si possa leggere. Henrietta - il nome è un programma - è la protagonista più assurdamente assurda di tutta la storia dei romance (che ho letto). Partiamo dall'inizio, ovvero come si presenta: Henry è orfana, ha sempre vissuto isolata in Cornovaglia in mezzo alle mucche e ai maiali, e i suoi tutori - inetti e smidollati - le hanno sempre fatto fare quello che voleva. Il risultato è che Henry è diventata un maschiaccio, vestita di calzoni e stivali imbrattati di letame, assolutamente ignorante di etichetta ma anche solo di relazioni umane. Henry è talmente limitata che agisce in maniera incomprensibile la maggior parte delle volte e in ben due casi - che sono poi quelli scatenanti per i contrasti con il protagonista - tutto ciò che fa è senza logica. Insomma, oltre ad essere odiosa, ingenua da fare schifo sempre, è anche una perfetta idiota che si comporta da bambina imbecille.
Il personaggio maschile si salva in corner, nel senso che in un qualsiasi altro romance con una protagonista più decente, Dunford avrebbe avuto una sorte più propizia. Legato a Henry il suo carisma si squaglia come neve al sole e rimane perennemente offuscato dalla scemenza di Henry quindi, anche lui, tentenna nelle pagine indeciso se assecondare la cretineria di Henrietta e coccolarla come un animale in via di estinzione oppure scrollarla e - finalmente - darle la scossa che le farà fare il salto da bambina a donna.
Questo salto non si vede, sappiamo solo che succede qualcosa di radicale perché nell'epilogo - ben 5 anni dopo la fine - si parla delle fatiche di Dunford e di Henry nell'avere bambini eccetera eccetera, altrimenti il romanzo si conclude dopo un episodio di mastodontica idiozia da parte di entrambi, dopo il quale ero sempre più sconfortata e decisa a dare un voto basso al romanzo.
Nonostante la depressione cosmica per la trama e la scemenza dei personaggi, la lettura scorre molto veloce grazie ai dialoghi frizzanti e ritmati che sono ormai il tratto distintivo della Quinn. In tutto il libro occupa 2 o 3 giorni con una velocità di crociera medio bassa, quindi la tortura dura poco, relativamente poco. Dopo di questo penso che non mi avvicinerò alla Quinn for a long, long time.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mira o Miraaaa, anche questo me lo volevo prendere: a questo punto l'anno prossimo calcolerò quanti eurini risparmierò grazie a te! C'è un passaggio della tua recensione che mi ha piegato in due dal ridere, cito "anche lui, tentenna nelle pagine indeciso se assecondare la cretineria di Henrietta e coccolarla come un animale in via di estinzione"
Oddio sei troppo simpatica e ironica.

Francy

Miraphora ha detto...

:D Ti faccio risparmiare da una parte ma magari ti faccio spendere da un'altra!
Son contenta di farti ridere, ci sono certi libri che tirano fuori il meglio di me XD