8 novembre 2012

Keri Arthur
Black Moon. Chiedi alla luna

Serie Riley Jenson Guardian 9
Titolo originale Moon Sworn

Trama
Newton & Compton
pag. 311 | € 14,90
Certe notti non hanno mai fine. Certi desideri non muoiono mai... La guardiana Riley Jenson, metà vampiro e metà lupo mannaro, ne ha abbastanza di confrontarsi con la morte. Non vuole più saperne di killer, indagini e cadaveri. Ora che Kye Murphy, la sua anima gemella, non c'è più, Riley comincia a mettere in discussione molte delle proprie scelte, incluso il suo lavoro al Dipartimento Razze Diverse di Melbourne. Quando però viene ritrovato il cadavere dilaniato di un ex detenuto, la giovane e affascinante detective decide di accettare il caso e si mette sulle tracce dell'assassino. Tuttavia, è prima di tutto la sua vita a essere in pericolo. Un'altra letale minaccia, infatti, è in agguato: un mortale nemico è tornato dal passato e sta tramando per portarle via tutto - il suo amante, suo fratello, e persino la sua stessa identità. La coraggiosa guardiana sa di dover combattere ancora una volta con tutte le sue forze per trovare delle risposte, prima che il buio inghiotta ogni cosa... Riuscirà a contrastare quest'ultima, violenta aggressione?

Commento
Sono in lutto. Sono orfana. La serie è finita. Soffro.
Come faccio a sopportare l'idea che non uscirà più un libro della serie di Riley? Come farò senza di lei, senza Quinn, senza Rhoan...insomma cosa cavolo leggerò quando avrò voglia di un paranormale che non sia troppo romance? Come farò quando cercherò una protagonista che rispecchi alla perfezione quello che voglio leggere quando ho bisogno una protagonista cazzuta ma con giudizio, libera dalle menate mentali degli umani, libera dalle costrizioni del ben pensare - anche del nostro? Certo, ci sono molte serie simili in giro, alcune già le conosco, ma per ora non ne ho trovata una che eguagli la trasformazione della storia e dei personaggi dal primo all'ultimo romanzo. Ad essere sincera non conosco una serie di questo tipo che abbia fine.
Se penso al primo romanzo e all'ultimo vedo chiaramente la strada che la Arthur ha fatto percorrere ai suoi personaggi. Vedo la trasformazione di Riley e mi rendo conto che ogni azione che compie, ogni sbaglio e ogni pensiero hanno lo scopo di farla diventare ciò che è alla fine del nono romanzo. Riley entra in scena come una lupacchiotta libera e spensierata, con un buon lavoro, tanti amanti e un fratello che ama. Alla fine della serie è una combattente, una sopravvissuta, una dampira che ne ha viste troppe per rimanere sorpresa dai tiri mancini della vita e che ha trovato la forza di superare traumi, faide familiari e convinzioni dovute ad una vita da lupa. Riley diventa una persona più equilibrata, decisa e sicura solo dopo una serie di episodi che la mettono di fronte a delle scelte e la forzano ad un viaggio di scoperta interiore. Nel momento in cui capisce qual'è la scelta giusta, ogni pezzo del puzzle va al suo posto. Ogni ostacolo superato significa avvicinarsi a ciò che ha sempre desiderato. Il fatto che i desideri della Riley dei primi romanzi siano uguali nella sostanza ma attuabili - e attuati - in modi diversi dai desideri della nuova Riley ha conciliato le due metà. C'è il lieto fine che tutti desiderano: Riley ha la sua anima gemella - mi è piaciuto molto quando ha accettato Quinn come il suo Amore, abbandonando completamente la voglia di una anima gemella decisa dal destino - e il lettore riesce a leggere la fine che desidera.
Il cambiamento della serie si sente soprattutto a livello di trama. Se nei romanzi precedenti il plot era  generalmente circoscritto al romanzo stesso, in questo caso la storia serve a chiudere tutti i conti in sospeso dandoci un'ultima scarica di adrenalina. Ci sono ancora i due casi paralleli, ci sono ancora moltissime scene d'azione e di investigazione ma il centro della storia è la perdita di memoria di Riley. Dal momento dell'incidente fino alle scene finali non c'è stata una pagina in cui non sentissi l'ansia salire o diminuire l'interesse nella lettura. Ogni volta che un ricordo stava per spuntare dalla nebbia facevo uno sprint per macinare quante più pagine potevo prima di dover chiudere il libro, praticamente affamata di arrivare alla fine. Non ha guastato per niente la sofferenza da separazione che, secondo me, ha fatto rinascere dalle ceneri Riley: prima che le tornassero i ricordi, prima che le tornasse alla mente il suo nome, sapeva di amarlo. Non si può rimanere impassibili, non si può pensare che un personaggio arrivi a quel punto e non sia migliorato - nonostante la possibilità che l'autrice abbia fatto scelte anche sbagliate - ma se il risultato è questo, allora accetto tutto. Accetto la differenza tra l'inizio e la fine e accetto il cambiamento in blocco. D'altronde ho sempre apprezzato il ritmo e la libertà di trama e di narrazione.
La Arthur non si è lasciata influenzare dal pensare razionale e ha lasciato carta bianca ai suoi personaggi: in questo modo Riley è veramente una lupa, con tutti i suoi istinti e comportamenti, ma con i suoi continui cambiamenti genetici arrivano anche nuove sfumature, nuovi pensieri meno 'animali' e più razionali.
Solo il fatto che non c'è stato un episodio che abbia reso Riley antipatica ai miei occhi è un giudizio più che indicativo e, se aggiungo tutti i personaggi secondari e tutti gli uomini di Riley, allora ho la mia bella ciliegina sulla torta (con le fattezze di Quinn).
Citazione doverosa dell'ultima scena, la cerimonia di fronte alla Luna: armoniosa, coerente, emozionante e perfetta per chiudere l'intera serie.
Con l'occhietto lucido saluto Riley e mi auguro di poter leggere - un giorno - una serie (completa) che mi soddisfi come questa. Io lo spero, almeno.

2 commenti:

Endimione Birches ha detto...

recensione p.e.r.f.e.t.t.a!!

Miraphora ha detto...

Addirittura? :D
Grazie ^_^