9 agosto 2012

Susan Elizabeth Phillips
Heaven Texas. Un posto nel cuore

Serie Chicago Stars 2
Titolo originale Heaven, Texas

Trama
Leggereditore
pag. 426 | € 12,00
Gracie Snow ha tre problemi da risolvere:un ex campione di football da proteggere (il buono),un ragazzo diventato ricco e perfido (il cattivo),il suo cuore che comincia a perdere colpi...Riuscirà a sistemare tutto e a capire dov’è l’amore? Una storia divertente, sexy e con un pizzico di malizia. Una lettura imperdibile per chi ha vogliadi sorridere e lasciarsi andare.Gracie Snow decide di lasciarsi alle spalle un’intera vita e accetta un’offerta di lavoro a Hollywood come assistente di produzione. Subito però le viene affidato un incarico difficile: deve convincere Bobby Tom Denton, un affascinante ex giocatore di football, a presentarsi sul set per iniziare le riprese del suo primo film. Così Gracie entra in contatto con un mondo fatto di party selvaggi, donne mozzafiato, jet privati e alberghi lussuosi. Dopo qualche fraintendimento e un buffo spogliarello improvvisato, riesce a convincere Bobby a farsi accompagnare nella sua città natale, Telarosa, dove avranno luogo le riprese del film; ma lì tutti cercano in qualche modo di ottenere qualcosa da lui. Tra loro c’è Wayland Sawyer, ex cattivo ragazzo diventato uno degliuomini più ricchi della città, che minaccia di chiudere gli stabilimenti di un’importante azienda e trasformare Telarosa in una città fantasma... Un pericolo da scongiurare e un’occasione per Gracie di capire dove si trova il vero amore.

Commento
Il cowboy color lavanda. Mi ricorderò così di Bobby Tom Denton. Il personaggio peggio vestito di tutta la storia del romance. Dico sul serio, credo di non aver mai incontrato un personaggio maschile così trash e con un gusto nel vestire così pessimo. Avrò incubi a suon di stivali da cowboy viola, camice con stampa a palme, e l'immagine raccapricciante di un uomo in vestaglia di velour, cappello da cowboy, stivali da cowboy e sigaro. 
Ma nonostante questo - e il nome anti sesso Bobby Tom - mi ha affascinata.
Il solo fatto che un personaggio - per quanto possa essere aitante e bello, affascinante e divertente - segni in modo così definito la mia immaginazione tanto da farmi creare un'immagine vivida di un biondone tutto in lilla e pitone e che, contemporaneamente, possa appassionarmi così tanto da riuscire a superare il trauma visivo del vestito trash la dice molto, ma molto lunga. La bravura dell'autrice sta proprio nel suo saper rendere alla portata di tutti una storia che ha poco del normale, che è così cinematografica che è impossibile immedesimarsi nei personaggi. Eppure piace, eppure la storia scorre e appassiona, eppure diverte tantissimo e commuove. Perché per quanto i personaggi e l'ambientazione sembrino usciti da un film il senso della storia e il carattere dei protagonisti sono di una semplicità disarmanti. Il senso è che bisogna andare oltre all'apparenza, sempre e in ogni situazione. Perché entrambi, Gracie e Bobby Tom, sono vittime della loro immagine. Bobby Tom è un giocatore di football e poco importa se oltre allo sportivo ci può essere di più, perché le persone lo vedono solo in un modo da quando ha preso in mano una palla e lui stesso non sa essere niente di diverso dal famoso e bello giocatore, ricco e pieno di soldi che sceglie le fidanzate facendo un quiz sul football. Bobby Tom, però, a causa di un infortunio si è ritirato perdendo l'unico punto fisso della sua vita: il football. Senza di questo Bobby non è niente. La sua immagine richiede, però, che continui ad essere sorridente e che spenda soldi a destra e a manca, che faccia feste e che mantenga tutte le aspettative dell'immagine dello sportivo. Sotto sotto si sente che Bobby è freddo, finto, si sente che non gode della fama e delle donne perché ha perso il gioco, perché ha perso - in definitiva - la sua identità.
Anche Gracie ha lo stesso problema, solo al contrario. Gracie è bruttina, si veste male, non ha mai fatto sesso, ha vissuto in una casa di riposo e si è sempre occupata degli altri e mai di se stessa. Gracie non ha mai avuto l'occasione di formare il suo carattere, di uscire dal guscio dell'adolescenza con il risultato che è diventata una donna totalmente anonima, timida e senza coraggio. Ha paura di ogni cosa e il solo salto nel buio che ha fatto l'ha portata solamente ad essere una tuttofare di una compagnia cinematografica di second'ordine. Le strade di Bobby Tom e di Gracie si scontrano e il risultato è esilarante. Un Bobby Tom che sembra uscito da Dinasty o da Dallas, una Gracie vestita da disperata con capelli orrendi, uno spogliarello pietoso, deprimente ma troppo divertente e una dolcezza, una tenerezza nelle azioni dei due personaggi che non ci si può credere. La Phillips sa rendere le debolezze e i difetti con una delicatezza tale da trasformare completamente l'immagine di un personaggio: spariscono i capelli stopposi, sparisce il completo troppo grande, sparisce il viso struccato e appare una donna che non vede l'ora di dimostrare al mondo che anche lei merita di essere felice. Gracie ha una forza, un'integrità, una voglia di riscatto fortissimi, così intensi che riescono a stuzzicare l'interesse di un uomo come Bobby Tom che ne ha viste di ogni colore e forma. Bobby Tom riconosce che Gracie è diversa, lo rilassa e lo diverte, perché lei non si aspetta nulla da lui. Gracie lo riconnette alla realtà, stuzzica un lato di lui che era rimasto schiacciato dalla fama: Bobby Tom è un uomo, non un giocatore, e con lei si rende conto che le sue possibilità sono tante, infinite.
La loro storia è una storia di riscatto individuale, con il bonus finale di poter trovare l'amore - quello che va al di là della bellezza fisica. Gracie non sarà mai una bellezza da passerella, non sarà mai bellissima e Bobby Tom non sarà più il giocatore di football superficiale e infelice perché insieme hanno trovato la loro strada.
Una storia molto dolce, davvero, che diventa sempre più piacevole grazie alle scene divertenti - che sono molte - e alle scene emozionanti gestite in modo intelligente: un buon equilibrio tra passione e litigi, tra scenate e tira e molla. Gradevolissima la storia d'amore secondaria - molto in secondo piano - tra il cattivo del momento e la mamma di Bobby Tom, una storia più matura e difficile che secondo me avrebbe meritato più spazio. In un certo senso tutto il libro mi ha ricordato un po' le trame della Palmer, quelle belle cariche di sofferenze e sfighe per la protagonista, con la differenza che la Phillips sa essere più realista e leggera, meno tragica. D'altronde questa autrice ha dimostrato di saper scrivere molto bene anche storie più cupe, come Un fiore nella polvere romanzo bellissimo ed emozionante. Sicuramente leggerò altro di questa bravissima autrice, nella speranza che la Leggereditore possa continuare a pubblicarla.

4 commenti:

SilviaLeggiamo ha detto...

L'ho letto in vacanza, carinissimo, anche se per me il migliore resta Un Fiore nella Polvere, forse per quel tocco di drammaticità che lo rende unico, però ho riso tantissimo leggendo di Gracie e Bobby Tom!

Miraphora ha detto...

Si, l'altro è molto più emozionante. Questo è più divertente e meno sofferto, ma pur sempre godibile. Penso che sia perfetto per una lettura estiva da ombrellone!

SilviaLeggiamo ha detto...

L'ho comunque divorato proprio perchè mi ha fatto ridere, sorridere e ancora ridere! Però i libri sofferti... non so, hanno una marcia in più e spero che qualche Pia Casa Editrice pubblichi qualche suo romanzo pre-romance.

Miraphora ha detto...

Più soffri, più alla fine il romanzo ti soddisfa!