26 luglio 2012

Miriam Formenti
Capelli di luna

Trama
Francesco Di Vieri è un mercenario al servizio dei Visconti. In passato ha perso tutto, tranne il proprio nome, ma ora che gli si presenta l’opportunità è deciso a riprendersi quello che gli spetta. A ogni costo.
Non importa se a farne le spese sarà Viola, la figlia dell’odiato nemico: una fanciulla bella come un angelo, dai capelli così chiari da sembrare accarezzati dai raggi della luna. Da un atto d’amore consumato in una taverna, nascerà in lei il fervore di qualcosa di nuovo ed esaltante.
Una grande passione che però l’orgoglio, sospinto dall’impulsività della giovinezza, rischierà di compromettere rendendola infelice per sempre…



Commento
Sono tramortita.
Credo di aver scoperto un nuovo modo per selezionare i romanzi da leggere: se ne parlano male, se lo odiano, allora devo leggerlo. Se nei commenti parlano solo delle disgrazie, di quanto sia strunz il protagonista e di quanto sia vittima l'eroina allora *gasp* è il romanzo che fa per me!
Tanto per cominciare io non ho mai letto nulla della Formenti, anche se alla Vie en rose tutte si sperticavano in lodi e parlavano dei suoi romanzi con gli occhi luccicanti. Però poi ho avuto questo romanzo in omaggio (amo la Vie en rose!) e, dopo averlo lasciato nel cassetto per 4 mesi, l'ho preso e mi sono messa a letto a leggerlo.
Ho fatto le ore piccole, piccolissime. L'ho divorato, mangiato, ci ho pianto sopra volevo portarmelo al lavoro, volevo finirlo e non volevo finirlo. E ora che l'ho finito continuo a pensarci, ne voglio ancora, voglio ricominciarlo da capo o trovare una storia come questa. Voglio un eroe come Francesco, un'eroina come Viola e voglio farmi prendere da una storia come con Capelli di luna.
Cos'ha di speciale? Cos'è che mi ha dato il colpo di grazia e mi ha coinvolta così tanto? Non indovinate? E' facile, suvvia. HO SOFFERTO COME UN CANE! E a me piace soffrire - quando leggo. Mi piace struggermi, mi piace che una storia non mi dia solo sospiri soffici e coccolosi o crisi ormonali, mi piace quando tira fuori i lati negativi dell'amore perché nella realtà niente è come nei romanzi. Eppure in questo l'autrice non si è posta un limite e si è scatenata: fedeltà al periodo storico? Forse, o forse no. Forse il contesto, la storia e i personaggi richiedevano che, prima di raggiungere il lieto fine, ci fosse un percorso molto più oscuro e doloroso. I romanzi d'amore hanno sempre quel qualcosa che fa soffrire: l'amore contrastato, i litigi e i misunderstandings del caso. Raramente, però, la violenza è il filo che lega i due protagonisti e fa da motore a tutto.
In Capelli di luna la violenza è il potere assoluto, assieme all'amore sofferto, che taglia i due personaggi come se fossero accettate. Entrano in scena, Francesco e Viola, come due pezzi di legno grezzi e PAM alla prima accettata, o scena di violenza, si definisce il loro rapporto e via di seguito. La cosa curiosa è che non c'è nulla di sporco, di squallido o di gratuitamente crudele. Dietro ad ogni atto che Francesco compie c'è una motivazione: il senso di vendetta, di possesso, l'istinto di primeggiare e mantenere il proprio ruolo e il voler avere a tutti i costi qualcosa - o qualcuno. Francesco è un eroe uscito dal suo tempo, non è un damerino, non è un finto cavaliere - di quelli che si spacciano per rozzi e rudi ma poi sono più femminucce delle eroine - lui è in tutto e per tutto un mercenario. Ha sete di vendetta ma, al tempo stesso, vuole assecondare i suoi sentimenti nascondendo a se stesso che oltre al semplice atto sessuale c'è una connessione viscerale e assoluta, un rapporto che esiste e basta come se fossero due blocchi tagliati ad arte per incastrarsi. E' così e basta. Francesco non sa far altro che essere com'è, e se questo vuol dire essere crudele e arrogante, cattivo e crudele - e lo è, molto crudele - allora non può farci nulla. O lo prendi così oppure niente, lo odi.
Ma se lo vedi come lo vede Viola allora non puoi farne a meno e pensi a lui come ad un organo che ti manca e che vuoi rificcarti in pancia perché senza non puoi vivere. Fa male, malissimo, ma senza non puoi stare.
Viola, d'altra parte, suscita in lui lo stesso sentimento perché anche lei non conosce altro modo di essere e di vivere: accetta passivamente quello le accade? No, ma è realista a riguardo. C'è un limite al potere di una donna in quel periodo e Viola subisce, certo, ma lascia che quello che le capita la renda più forte, più matura e meno infantile. L'orgoglio che la allontana da Francesco (giuro, l'ansia che ho provato...forse solo con Paullina Simmons) sparisce ad ogni duro colpo che riceve, ogni accettata è un colpo che libera sempre più il suo vero nucleo, che è quello che conta. Senza orgoglio, senza arroganza, senza le illusioni dettate dall'ignoranza c'è solo Viola, una donna che ne ha passate di tutti i colori ma che continua a voler la prima fonte del suo dolore o forse dovrei dire il primo colpo che ha iniziato il suo processo di crescita.
E' difficile guardare al di là delle scene di violenza, perché sono tante, però il senso generale della storia è talmente reale, talmente vero che non sono riuscita a limitarmi a leggere delle parole. Io ho vissuto la storia di Viola neanche fossi di fianco a lei, neanche fosse amica mia. Quando un autore riesce a farti sentire la storia, soprattutto nel male - perché questa è la parte difficile - allora forse, forse, bisogna guardare oltre al semplice atto ma aprire lo sguardo a tutto.
Ammetto che mi piacciono le storie tormentate e difficili, perché è l'unico modo in cui posso pensare di affrontare certe situazioni con un senso di sicurezza (altrimenti sarebbe drammatico) e perché mi fanno testare dei limiti - in ambito letterario e di genere - che una storia classica non potrà mai avere.
Questo è un romance atipico, perché non c'è leggerezza e non c'è amore puccioso al primo sguardo. Questa è una storia di passione viscerale e violenta e quando arrivi alla fine, al lieto fine, il sospiro di sollievo è autentico. Consiglio solo di dotarsi di fazzoletti, soprattutto alla fine, perché a me ha cominciato a tremare il labbro e a sgorgare la lacrima molto prima dell'ultima pagina. 

4 commenti:

lullibi ha detto...

Vero Mira, la storia ti cattura e ti strapazza, peggio di quanto faccia Francesco con Viola, ti fa piangere, arrabbiare e, infine, sospirare.
E' un trauma dall'inizio alla fine, avrei ucciso lui e lei, però è questo che un libro deve dare: emozioni.

Anonimo ha detto...

Uhm, io vado controcorrente: l'ho trovato palloso.

Franci

Anonimo ha detto...

Cara Mira,non avevo visto questa recensione. Ti ringrazio molto.
Un abbraccio a te, a lillibi e anche a Franci, perchè i gusti non si discutono.
Miriam Formenti

Miraphora ha detto...

Grazie a te Miriam ^_^