25 maggio 2012

Anne Rice
Angel

Serie Songs of Seraphim 1
Titolo originale Angel Time

Trama
TEA | pa. 247 | € 8,50
Forse nemmeno lui ricorda più il suo vero nome, l'ha perso tanti anni fa insieme all'innocenza. Ora si fa chiamare Lucky the Fox, e il suo mestiere è assassinare su commissione. Un enorme dolore nel suo passato l'ha spinto su questa strada di disperazione, e uccidere è la sua sola missione.
Ma in fondo al suo cuore è rimasto qualcosa del ragazzo che suonava divinamente il liuto e amava leggere Tommaso d'Aquino. E proprio il ricordo di quel che è stato e che avrebbe potuto essere manda in crisi Lucky the Fox, e lo spinge al suicidio.
Ma proprio quando tutto sembra perduto, entra in scena Malachia, il suo angelo custode, che gli offre una seconda possibilità: viaggiare nel tempo e salvare un'esistenza perduta del passato...




Commento
Parliamone.
Chissà perché, ero convinta che la serie sugli angeli avesse come protagonisti proprio gli angeli. Gestiti e scritti come i vampiri e le streghe, ma angeli. Invece no e avrei dovuto aspettarmelo.
Questo primo romanzo, Angel time, si apre al lettore con un unico scopo cioè quello di dare speranza. La Rice usa gli angeli come un pretesto, come un mezzo o una spinta per arrivare alla redenzione dell'uomo comune. Anche chi non ha fede può sperare e può salvarsi l'anima.
Il problema fondamentale, in questo romanzo, è che tutto è veloce e indefinito, quasi incompleto. Il libro ha una trama 'teoricamente' completa ma quanto a soddisfare il palato non ci siamo per niente. I livelli di ricchezza, di profondità e di complessità degli altri romanzi sono annacquati fino a trasformare la storia un libro-sottiletta.
Solo a vedere il numero di pagine si capisce che qualcosa manca, che il cambiamento di prospettiva e di ideologia hanno segnato profondamente anche lo stile della Rice.
Forse, però, è colpa mia e della mia incondizionata devozione per la Rice che mi ha illusa sulla lettura. Mi aspettavo angeli di una bellezza ammaliante, esperienze mistiche, visioni dell'Inferno e del Paradiso, anime perdute, peccatori e santi...e invece ho trovato Lucky the Fox.
Mind you, Lucky possiede in parte il magnetismo dei personaggi della Rice, ha un modo di fare e un'aspetto che lo illuminano tra la massa di umani tra i quali si muove. Il fatto che sia un killer professionista e che non si curi minimamente della colpevolezza o dell'innocenza delle sue vittime crea il precedente perché venga 'scelto' durante la narrazione. Il nostro Lucky, nel suo essere un essere umano al limite - perché non ci sono tanti killer in giro - ha in sé le stesse paure e gli stessi sogni di tutti ed è per questo che la sua fede e la sua redenzione hanno così importanza. Per la serie 'se ce la fa lui...'
Ebbene cosa succede. Il romanzo inizia con il Lucky di oggi, killer senza scrupoli, senza morale e senza nessuna aspettativa. Sa che non ha nulla se non il presente e sa che non avrà mai nessuno se non sé stesso. Le uniche cose a cui tiene sono solo dei luoghi in cui può essere Lucky, l'uomo, libero dai travestimenti. Quando il suo capo, il mandante unico degli omicidi, gli chiede di assassinare un uomo proprio nella stanza preferita del suo albergo preferito Lucky crolla. Fino a quel momento i suoi momenti non erano mai stati contaminati dal suo lavoro e quando procede al suo compito - perché nella sua testa non ha mai considerato la possibilità di non farlo - nella sua mente si sgretola ogni punto fermo.
In quel momento, quando l'uomo muore, Lucky è ad un punto morto: o la fa finita e si suicida, oppure cambia totalmente vita e, siccome nella sua testa il male è così radicato da farlo pendere verso la prima scelta, entra in scena il bene sotto le spoglie del bellissimo angelo serafino Malchiah, che lo convince a darsi una possibilità e di avere fiducia in Dio. Lucky si trasforma, lascia cadere la maschera che indossava da tanti anni e riprende il suo nome, Toby, e la sua identità con la consapevolezza che questa volta può essere qualcuno di buono, di degno.
A questo punto si fa un salto temporale, spiazzante e imprevisto, nell'Inghilterra medievale. Il compito di Lucky, quello che deve assolutamente portare a termine, è quello di salvare due ebrei della città di Norwich, accusati di aver ucciso la figlioletta. E' chiaro che Toby deve operare su un piano umano, più che mistico. Superare le paranoie e i pregiudizi della società, medievale tra tutte, si dimostra essere veramente difficile, soprattutto quando nessuno vuole ascoltare la logica. Toby, proprio grazie alla capacità di ragionare in situazioni difficili, riesce a trovare un modo per salvare le due persone.
A questo punto, insomma, cosa capita? Bhe, logico, Toby diventa il nuovo aiutante di Babbo Natal - ehm no - di Malchiah e la sua anima si salva. Ora capite perché dico che è incompleto? Perde completamente il ritmo che aveva nella parte iniziale. Dal momento in cui si va nel passato è tutto talmente prevedibile che l'interesse scema, fino a quando si arriva alla fine e si rimane delusi.
Francamente, non so cosa dire. Mi aspettavo qualcosa di diverso ma non fino al punto di leggere un inno al pentimento. Capisco che la Rice si sia convertita e abbia trovato Dio e tutto il resto, ma non capisco dove abbia perso il suo stile, il suo essere magnificamente prolissa e pomposa. Se avesse raddoppiato le pagine, e tutta questa storia fosse stata più dettagliata, sono sicura che mi sarebbe piaciuta molto di più.

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