4 gennaio 2012

LaVyrle Spencer
Una scuola nella prateria

Trama 
Linnea, giovane maestra elementare, all'apparenza esile e delicata, è invece forte, decisa e coraggiosa. Parte per Alamo dove insegnerà in una scuola nella prateria e sarà ospitata da una famiglia del paese, i Westgaard. L'arrivo della bella maestrina, la sua vivacità, il suo entusiasmo portano una ventata di giovinezza e di allegria. Theodore, 34 anni, fisico atletico e forte, è vedovo con un figlio già adolescente. Primogenito dei Westgaard, una numerosa famiglia di agricoltori, è onesto, semplice e leale. Pur essendo fortemente attratto da Linnea, cerca in tutti i modi di reagire ai propri sentimenti ripetendosi che sarebbe follia rivelare l'amore che sta provando per una donna molto più giovane di lui. Un uomo e una donna del Nord Dakota, lontani per età e cultura, mentre in Europa si combatte la Prima Guerra Mondiale, vengono travolti da eventi destinati a cambiare il volto del mondo e da un sentimento forte e generoso che li terrà uniti per tutta la vita. 

Commento
Si, insomma, due cuoricini. Mi aspettavo molto, ma molto di più. Invece quello che ho trovato è stata una storia semplice al limite della noia e personaggi a volte talmente assurdi da farmi lasciare il libro sul comodino per giorni. Pur essendo un'appassionata delle ambientazioni western, questo romanzo punta quasi solamente sui due protagonisti, isolandoli quasi dal resto del mondo se non per interagire con gli altri personaggi. Mi sarebbe stato anche bene se almeno i due fossero stati in grado di sviluppare una storia appassionante. La protagonista, Linnea, è una ragazza di 18 anni. Giovane, si, ma per l'epoca non proprio una ragazzina (è il periodo della I° Guerra Mondiale); la cosa che non mi ha fatto gradire il personaggio non è stata tanto la sua innocenza, quanto la sua idiozia - non trovo un termine adatto. Normalmente una ragazzina di 12/13 anni si comporta come Linnea, ma non una diciottenne: non solo ha un'amico immaginario da anni, ma ci parla pure a voce alta - con tanta costernazione di Theodore -, ci balla e lo bacia. Immaginatevi di essere in mezzo ad un campo e vedete questa imbecille che balla da sola e parla da sola, pensate che, poverina, sia ritardata; ma non è finita qui! Linnea bacia la lavagna, i piatti, il cuscino e lo ammette apertamente come se fosse una cosa normale. Non so voi, ma per me un po' lenta è, questa giovincella. Un altro aspetto negativo di Linnea è il suo essere double-face: prima fa la ritardata, subito dopo fa la donna matura. Il suo atteggiamento da donna poteva anche essere credibile, se non che subito dopo la ritrovi a parlare al muro. Sconcertante.
Theodore è il personaggio maschile, e su di lui non ho molto da dire. E' il classico contadino illetterato e vedovo di una donna che lo ha abbandonato - un classico. E' anche tremendamente fissato sull'età: a 34 anni è convinto di essere ormai sull'orlo di morire, e quindi non riesce a concepire come una ragazzina come Linnea gli corra dietro. Tra i due, nessuno si comporta da persona matura. Lui avrebbe dovuto prendere in mano la situazione e saper gestire non solo la sua attrazione verso la maestrina, ma anche l'atteggiamento di Linnea. Quando interagiscono sembrano due bambinetti, ma isolati sono quasi normali. In realtà, detto così, sembra che la storia sia un disastro, ma per fortuna non è completamente da buttare. Certi pezzi sono molto carini ed alcuni proprio emozionanti, ci sono molti bei personaggi di contorno che variano un po' la monotonia dei due carciofi di turno. Sicuramente, con un'eroina meno idiota, il romanzo sarebbe stato molto più gradevole. Unica nota di demerito all'autice: mi ha fatto veramente schifo il modo in cui ha fatto sopravvivere Theodore alla bufera di neve. Il panino con pane=cavallo macellato e imbottitura=Theodore mi ha quasi nauseata. Forse realistico ma esagerato e fuori luogo in un romanzo d'amore.

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