15 gennaio 2012

Susan Hubbard
Il sodalizio del sangue

Titolo originale The Society of S
Trama 
Ariella Montero sente di essere diversa. Non solo per l'educazione raffinata che ha ricevuto, ma per qualcosa dentro di lei, che scorre potente nel sangue. Ed è proprio sul sangue che suo padre, uno scienziato austero e taciturno, conduce misteriose ricerche. Questo è l'aspetto bello e signorile di Raphael Montero, mai sciupato dallo scorrere del tempo, risveglia in Ariella dubbi e inquietudini: c'è una ragione all'isolamento in cui vivono entrambi? Qual è stata la causa della morte della madre, che la ragazza non ha mai conosciuto? E perché Raphael non appare nella foto che Kathleen, giovane amica di Ariella, gli ha scattato? E poi, un giorno, un brutale omicidio sconvolge la quiete della comunità. Ariella scopre che tutta la sua vita fino a quel momento è stata avvolta nella menzogna: sua madre non è morta ma scomparsa, e lei e Raphael non sono più esseri umani... 

Commento


Abbastanza banale, non c'è che dire. Pur essendo un romanzo per ragazzi, pur avendo come tema gli ormai usurati vampiri, non è molto riuscito, come libro. Purtroppo non mi ha coinvolta, incuriosita, appassionata, però si fa leggere. Se dovessi trovare un aggettivo userei carino. Insomma, la storia di questa Ariella e del suo papi che sembra uscito da un manga sui vampiri (tutto pizzi e svolazzi, cocktail in mano e aria da intellettualoide) non è stata molto corposa. Il mistero del ' sono normale?' e del 'mio padre è un vampiro?' si svelano con così tanta facilità che uno neanche si aspetta che sia il fulcro della storia. La madre mezza scomparsa, in realtà fuggitiva, poi, è un pezzo che avrei abolito senza pietà. Com'è che sta beota se ne va subito dopo aver partorito perchè, gnegne, anche lei voleva essere una vampira? Ma dico...ce la fa? Molla la pargola e il marito super figo per questo? E poi, ovviamente, si scopre che è stato il cattivo ecc... e vissero tutti felici e vampirizzati. Banale, prevedibile, neutro e piatto ma pur sempre leggibile. Ho gradito, però, l'uso di omicidi, violenza e situazioni poco soft. Ci mancava solo che la storia fosse ambientata in una stanzetta rosa con tanti coniglietti colorati. Ariella è sopportabile, ma troppo infantile e sottomessa nei confronti del padre (se il mio si comportava così con me gli ribaltavo la casa, altro che obbidire ciecamente); Raphael Montero (ollé) è troppo chic per piacermi, troppo acculturato e curato, nonchè rigido come uno stoccafisso; usa troppe citazioni e dimostra poco spessore. La madre fa tanto hyppie in versione 'vampira', tutta ecologia, abbraccia-gli-alberi...eddai, parla con le scimmie! Forse l'unico personaggio 'interessante', per modo di dire, era l'assistente del padre, che non ho mica capito se era umana o vampira, ma che con i suoi tre peli lunghissimi che le crescevano sul petto mi ha conquistata subito! Mitica!

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