1 gennaio 2012

Sherrilyn Kenyon
Anche i diavoli piangono

Serie Dark-Hunters 11
Trama
Sin, nato divino prima ancora che l'umanità cominciasse a registrare la sua storia, è deciso a distruggere Artemide da millenni, da quando cioè la dea greca l'ha defraudato dei suoi poteri. Il dio sumero è inoltre in cerca di Zakar, suo fratello gemello svanito nel nulla, e deve affrontare un'imminente invasione di vampiri che intendono distruggere l'umanità. Kat, zelante servitrice di Artemide, accetta l'incarico di eliminare Sin prima che questi possa annientare la sua padrona: ma i due finiscono per innamorarsi uno dell'altra, trovandosi infine a combattere fianco a fianco per evitare l'Armageddon.



Commento
Non potevo non comprarlo, non potevo non sostenere l’edizione di Sherry mia bella in Italia. Per una volta che viene pubblicata un’autrice che io adoro, non mi sarei perdonata se non avessi comprato il suo libro. Quindi l’ho comprato, a dispetto del fatto che l’avevo già letto in inglese, e a dispetto del fatto che questo non è stato uno dei miei preferiti della serie. Insomma, anche se all’epoca non mi aveva fatta impazzire non era un motivo per non rileggerlo, no? Quindi eccomi a fare una seconda – ma mini – recensione. Riconfermo la mia impressione iniziale, e cioè che questo non è assolutamente il meglio di Sherry, anzi è uno dei meno riusciti di tutta la serie. Rimango ancora nella nebbia più fitta riguardo le motivazioni della Fanucci di pubblicare la serie in questo modo, ma credo che il fatto che questo abbia meno romance e più azione della media darkhuntersiana sia la motivazione principale. Infatti la storia è carina e tutto, ma i personaggi sono solo un abbozzo di quello che Sherry sa fare. Né Sin, né Katra sono all’altezza di altri personaggi (come uno Zarek per esempio). Più protagonisti sono Acheron (mi rifiuto di chiamarlo con l’italianizzatissimo Acheronte – vomito -) e Artemide, senza contare che i seguaci di Sin hanno in certi frangenti più umorismo di lui. Una cosa positiva è la traduzione, che tende a riprodurre in modo fedele il linguaggio della Kenyon, anche se il continuo ripetere di ‘stronza’ dopo un po’ stancava. Miracoloso anche il fatto che le battute spiritose dei personaggi non abbiano perso forza durante la traduzione. L’ironia è, infatti, una caratteristica fondamentale dello stile della Kenyon, che sa introdurre battute pazzesche in frangenti assurdi (ho sghignazzato come una matta sotto l’ombrellone). Non saprei dire (perché non ho sotto mano l’originale) se le scene ‘hot’ siano state tagliate o ‘modificate’, dovrò controllare quando avrò un eccesso di coraggio, ma comunque rimangono abbastanza accurate. Purtroppo l’elemento ‘sentimentale’ non è ben proposto in DMC, e l’impressione generale di frettolosità e di superficialità si sente molto anche nell’edizione italiana. Rimane comunque un urban fantasy divertente, frizzante e veloce da leggere, con personaggi fenomenali, colpi di scena e nuovi sviluppi nella trama generale della serie. Spero solo che la Fanucci si redima, continuando la pubblicazione come Sherry comanda, e non pescando a caso dal mucchio della serie. Partire dall’undicesimo libro non è stata una mossa astuta, eh Fanucci?

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