15 gennaio 2012

Sabrina Jeffries
Dolce inganno

Serie Zitelle di Swanlea 1 
Trama 
Il conte di Swanlea vuole trovare un buon partito per le sue figlie e stringe un patto con Griffith Knighton: dimostrerà la legittimità dei suoi natali se lui sposerà una delle ragazze. Ma Griffith mette in scena una personale commedia degli equivoci. Ospite dei Swanlea, per recuperare indisturbato i preziosi documenti senza essere costretto al matrimonio, scambia la propria identità con quella dell’amico che lo accompagna. Non ha però fatto i conti con lady Rosalind... 





Commento
Inizio abbastanza tiepido per una serie che prometteva (e promette) bene. Colpa dell'eroina che non sono riuscita ad apprezzare. Troppo fastidiosa, troppo piena di sé. Non capisco cosa ci trovi il protagonista in una ragazza che si comporta come un bambino di 5 anni afflitto dalla malattia dell'appiccicamento noioso; fossi stata in lui l'avevo già buttata giù dalle scale. Anche la trama non è quel granché: tutto si basa su un contratto di matrimonio rubato dal vecchiaccio Swanlea, che ha, in questo modo, rovinato la vita di Griff, e sullo scambio di identità dell'eroe...con il risultato che si creano una serie di aneddoti pseudo divertenti con l'eroina. Griff, l'eroe, si è dovuto sorbire per tutta la vita le prese in giro dei suoi amici per poi crollare di fronte alla virtù della sua bella. Se fino a due secondi prima era spinto dalla vendetta, appena lei gli dice ti amo lui si sgonfia come un palloncino e si cruccia per l'amor perduto (anche se io pensavo 'che ti lamenti, ce ne siamo liberati!'). Certo, è divertente vedere come Griff si spacci per Brennan, il suo aiutante, per avere spazio per cercare il contratto...ma dopo i primi misunderstandings la cosa mi è venuta a noia. Mi ha fatto più ridere la traduzione, con la scelta di termini e frasi che sembravano prese dal manuale del luogo comune del romanzo d'amore, che gli scambi di battute tra i due. L'inserimento delle citazioni di Shakespeare è stato originale, ma purtroppo la saccenza di Rosalind ha, ancora una volta, rovinato tutto. Rosalind è la classica eroina 'finta': innocente ma indipendente, con un fastidioso ego che la convince di essere sempre la migliore o di essere sempre nel giusto, che la fa accusare l'eroe di essere malvagio quando lei è la prima a non essere pura come un agnellino. Un'eroina sufficientemente ipocrita da essere antipatica. Al limite del fastidio anche le altre due sorelle: Helena e Juliet, ma queste due, al contrario della sorella, sono particolari; una per la sua infermità e l'altra per la sua forte (e stresso sulla parola forte) ingenuità. Promettente, al contrario dell'eroe, è Brennan (quello vero), che ha molto più fascino e carisma di Griff. Purtroppo non è un eroe che si fa ricordare, più che altro è una specie di 'eroe neutro' che si gradisce senza innamorarsene. In sostanza è un romanzo carino, con dialoghi spassosi e interessanti, ma con parti noiose o scritte maluccio (le scene d'amore sono molto poco coinvolgenti). Speriamo che i seguiti siano migliori del primo romanzo. Voto sufficiente, ma nulla di più.

Nessun commento: