1 gennaio 2012

Libba Bray
Una grande e terribile bellezza

Serie Trilogia di Gemma Doyle 1
Trama
Fine Ottocento. Rimasta orfana di madre e trascurata da un padre schiavo del laudano, la sedicenne Gemma Doyle lascia Bombay, dove ha trascorso l’infanzia, per un severo e cupo collegio femminile appena fuori Londra. Qui riesce a entrare nell’esclusivo gruppo formato dalla potente Felicity, la vezzosa Pippi e l’imbranata Ann. Dopo il primo periodo di permanenza, costellato di noiose lezioni, rigida disciplina e oscure visioni (nonché dalla presenza di Kartik, un giovane misterioso e seducente che l’ha seguita dall’india), Gemma scopre un diario segreto che le svela l’esistenza dell’Ordine, una congrega di donne dedite alla magia e alla scoperta di universi paralleli dove tutto è possibile. Assieme alle amiche, e nonostante la ferma opposizione di Kartik, la ragazza è intenzionata a saperne di più, a ribellarsi alle regole e a raggiungere la grotta nascosta dove l’attende un destino inatteso...

Commento
Libro non pagato, libro fortunato? In genere per me non è così – visto che i libri che vinco, di solito, finiscono per non piacermi – ma questa volta mi è andata bene. Una grande e terribile bellezza è un libro per ragazzi, o forse è meglio dire per ragazze, ma è leggibilissimo anche dagli adulti, grazie alla presenza di allusioni e sotto intesi che rivaleggiano con un qualsiasi romanzo per ‘adulti’. Un insolito YA, dunque, dove i personaggi sono giovani ma si comportano ben poco come i normali ragazzini perbene dei romanzi per ragazzi. Gemma, la protagonista, brilla per il suo essere poco perfetta, per avere caratteristiche che non la rendono ‘positiva’ nel classico senso del termine. Gemma fa i capricci all’inizio della storia, come una qualsiasi sedicenne, ma poi, man mano che la storia procede e la trama si evolve, si rivela essere ironica e tagliente al punto da farmi ridere, ma soprattutto umana. Di fronte agli eventi si comporta esattamente come una vera sedicenne, senza essere come le finte eroine tutta perfezione e moralità. Mi ha sorpreso tantissimo l’accostamento di Gemma alle altre protagoniste della storia, che sono decisamente molto più negative di lei. Il fatto che la cricca delle snob non si riscatti nemmeno alla fine mi ha soddisfatta in modo particolare: sarebbe stato assurdo che Felicity, Ann e Pippi cambiassero completamente registro. Entrano in scena come antagoniste, cercano di diventare amiche, ma alla fine non diventeranno mai un gruppo unito dall’amicizia vera, rimanendo sempre un po’ nemiche. 
All’inizio ho fatto riferimento ad allusioni degne di romanzi per adulti. In modo particolare, mi riferisco alla costante presenza di un sentore di erotismo, inusuale nei romanzi per adolescenti. A volte questa allusione si presenta come una scena di un bacio rubato, a volte invece in un sogno erotico. Mi ha piacevolmente sorpresa il fatto che l’autrice non si auto censuri in quello che è sicuramente il tipico risveglio ormonale dei sedicenni, che colpisce anche le ragazze – checchè ne scrivano o no gli altri autori. Gemma si trova a provare una serie di sentimenti contrastanti, ognuno dei quali viene scatenato da dei precisi elementi: l’attrazione per il misterioso Kartik e la confusione che deriva dalla sua presenza come ammonitore e rappresentante della sua strana setta, il senso di colpa, l’amore e il tradimento provati nei confronti della madre, la voglia di appartenere alla cricca delle snob ma anche il senso di giustizia nel suo rapporto con Ann. Gemma, però, deve soprattutto trovare la sua strada: cosa vuole fare? Come potrà gestire la sua nuova vita?
E qui arriviamo alla trama. Pur aprendosi con un episodio movimentato e misterioso, la vera questione dell’Ordine e dei poteri di Gemma decolla molto lentamente, quasi a metà libro, creando quindi un’ampia ‘introduzione’ per descrivere meglio – forse – gli avvenimenti che portano alle scene finali. Si sente tantissimo che questo romanzo è il primo di una trilogia, perché molti aspetti rimangono in sospeso: primo fra tutti Kartik e il suo strano ordine, l’Ordine stesso e le sue appartenenti, e non meno importante il ruolo di Gemma. Nel romanzo vengono lanciati tanti elementi che dovranno poi essere ripresi e sviluppati. La fine è decisamente originale: niente happy ending, al contrario dei soliti YA, lascia un po’ l’amaro in bocca ma non delude. Non è un romanzo che ti incolla alle pagine, ma si fa leggere abbastanza bene, senza annoiare mai e senza lasciare buchi nella trama o nella delineazione dei personaggi. Pur non avendo una vera fine – dopotutto è il primo di tre – non crea l’ossessione di sapere cosa succederà, non lascia la voglia di avere subito i seguiti. Per una volta, comunque, posso dare un voto alto ad un libro che ho vinto, ad un’incognita di cui ho tanto sentito parlare.

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