25 gennaio 2012

Lee Child
Zona pericolosa

Serie Jack Reacher 1
Titolo originale Killing Floor

Trama 
TEA | pag. 479 | € 6,90
Un ex soldato, Jack Reacher, capita per puro caso in una piccola città della Georgia, Margrave. Ma non fa neppure in tempo a scendere dall'autobus che viene arrestato e messo in galera. Motivo?
Un misterioso e inspiegabile omicidio per cui Reacher pare l'unico indiziato: infatti lui è lo straniero, il corpo estraneo sul quale è sin troppo facile addossare la colpa. Ma Jack non è un uomo che si arrende facilmente.
E quando scopre che la vittima è addirittura suo fratello, si decide a passare all'azione. Anche se sa bene di non poter contare su nessuno e di essere entrato in una zona pericolosa. 





Commento
Oh yeah, baby. Finalmente posso dire di aver trovato un thriller che mi è piaciuto in tutto e per tutto. Un libro che ha saputo rispondere pienamente a tutte le mie aspettative: trama, personaggio, leggiblità. Ho consapevolmente cercato, come lettura estiva da ombrellone, un thriller da mainstream, con un nome famoso in copertina per vedere se con un battesimo così 'classico' avrei potuto inserire nelle mie letture questo genere che poco mi coinvolge (cioè, non capisco mai la trama, mi fa sentire stupida).
Risultato? Vittoria su tutti i fronti! Tanto per cominciare l'autore non ha uno stile contorto. Non cerca di camuffare una trama debole con uno stile ricercato, ma espone la storia con una semplicità di lessico e di sintassi che fanno volare la lettura. Già alla prima pagina ero totalmente presa dalla narrazione perché l'inizio è fatto in modo da incuriosire il lettore e da lasciarlo con la necessità di sapere il perché e il per come, e alla fine del primo capitolo ero già mezza invaghita di Jack Reacher. Lo ammetto, anche perchè chi mi conosce bene avrà già visto che nella trama si parla di un ex-militare, quindi lo confesso subito: ho fatto una ricerca selettiva, prima di arrivare a Lee Child. Ho scelto il libro in base all'eroe silenzioso, schivo e un pò barbone (memore del protagonista de Il leopardo di Nesbo). Reacher risponde anche, per grazia divina, al mio feticcio per i militari quindi ho potuto unire il tutto e tentare la sorte. Il protagonista è un uomo solitario, silenzioso e anche un po' scontroso che viaggia da solo a casaccio per gli Stati Uniti perchè, dopo tanti anni, è libero. Ha finito di lavorare nella polizia militare e ora vuole solo godersi la libertà di andare dove vuole e fare quello che vuole. Ma la sfiga, perché si parla di sfiga colossale, lo porta in un paesino sperduto della Georgia dove viene arrestato per un omicidio che non ha commesso. La storia si complica perché il suo intuito lo mette in una situazione particolare: come presunto colpevole e come spalla destra del detective incaricato di indagare. Praticamente dirige le indagini da dietro le sbarre. Non si può non ammirare un personaggio che sa infiltrarsi nella mente delle persone in quel modo e che, soprattutto, sa sopravvivere, spaccare culi e ammazzare gente senza sprecare le energie per i sensi di colpa. D'altronde a lui non interessa niente dell'omicidio, vuole solo sparire più in fretta che può. Ovviamente, neanche a dirsi, salta fuori che dopotutto è coinvolto in questo omicidio e che, quindi, ha un obbligo morale a rimanere e indagare da solo perché le spie sono ovunque e vogliono la sua testa. Reacher mi piace perché agisce come meglio crede, non si pone questioni morali del giusto e sbagliato e vive secondo il basilare principio dell'autoconservazione: mors tua vita mea. E tanti saluti. Ha una buona dose di ironia e di malinconia senza risultare lunatico e lascia intravedere anche un lato stranamente sentimentale che, però, non gli toglie la sua sete di libertà (cioè alla fine prende armi e bagagli e se la fila).
Per quanto riguarda la storia non ho nessuna lamentela perché ho seguito i risvolti facilmente, mi sono fatta sorprendere nei momenti giusti (anche se, lo ammetto, non è poi così difficile) e ho apprezzato l'originalità della vicenda. Gli omicidi, gli intrighi e i cattivi erano in regola ma quello che ha reso particolare la storia è stata la base che ha dato il via a tutto. Lo stile, i personaggi non so abbastanza in questo genere, secondo me, per colpire un lettore. La trama deve sapersi svolgere nei momenti giusti, senza fretta ma nemmeno troppo lentamente e bisogna dare la possibilità di capire ogni singolo angolo della storia perché alla fine, a libro chiuso, il lettore deve essere soddisfatto non solo della lettura ma anche di se stesso perché ha capito. Io, da parte mia, sono particolarmente soddisfatta perché ho apprezzato la storia, lo stile e i personaggi.
Mi metterò in lista i seguiti di questo scrittore e vediamo se il livello di apprezzamento sarà uguale, migliore o peggiore. Certo è che sono impaziente di ritrovare Reacher!

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