25 gennaio 2012

Laurell K.Hamilton
Cerulean Sins

Serie Anita Blake 11

Trama 
Nord | pag. 509 | € 19,60
La tragica rottura con Richard è ancora una ferita aperta per Anita Blake. Ed è quindi il bisogno di avere una vita sentimentale stabile che la spinge a impegnarsi in una relazione normale... anche se, per una negromante che di lavoro resuscita i morti, normale significa frequentare Micah, un leopardo mannaro, senza però rinunciare alle irresistibili tentazioni incarnate in Jean-Claude, il Master dell città, e dal suo bellissimo e seducente luogotenente, Asher. E' inevitabile che un equilibrio così fragile sia destinato a spezzarsi e, infatti, l'inatteso arrivo dall'Europa di Musette, la temuta rappresentante del Consiglio dei Vampiri, trascina Jean-Claude e poi la stessa Anita in un vortice d'intrighi e lotte di potere dai risvolti imprevedibili. Inoltre, quando St.Louis viene scossa da una serie di brutali omicidi, la situazione diventa ancora piu' torbida: Anita capisce subito che le morti sono opera di una creatura della notte e gli indizi la portano ben presto a sospettare proprio di Musette. Tuttavia la cacciatrice deve agire con la massima cautela, se vuole evitare che le sue indagini abbiano conseguenze devastanti per lei e, soprattutto, per i suo amanti: perché con le sue mosse si è conquistata l'attenzione della Madre di Tutte le Tenebre, l'essere oscuro che ha generato le stirpi di licantropi e dei vampiri. 

Commento
Son sorpresa, lo ammetto.
Di solito, quando leggo la Hamilton, o mi piace o mi fa schifo. Non ho mezze misure. Ultimamente, poi, la media era una depressione mista a disgusto che mi aveva portata ad abbandonare completamente l'acquisto della serie, ma a continuare a leggerla tramite biblioteca per pura curiosità e masochismo.
Ero pronta, quindi, ad incazzarmi come una iena e ad inveire contro Anita, la HamHam e tutto l'Anitaverse in generale. Ma non ho motivo per farlo. Prima di tutto perché in questo romanzo succede poco o niente, e poi perché mancano di sostanza anche i personaggi. Per 509 pagine c'è una calma piatta che spiazza: ok, Musette la 'starda vampira di Belle Morte arriva e manda tutti in crisi esistenziale. E' cattiva, tutti la temono ecc. eppure non da nessuna impressione di pure evil, come invece è capitato in alcuni romanzi precedenti. La cattiva cattivissima è Belle Morte che agisce a distanza ma che, puntualmente, non riesce a fare veri danni. Insomma, le due 'starde alla fine della fiera non combinano niente: niente cadaveri, niente tragedie cosmiche...nulla. L'unico vero dramma ruota, manco a dirlo, attorno alle problematiche sessuali di Anita.
Questa volta il dilemma è: mi trombo o non mi trombo Asher? Ah si, questo si che ci cambia la vita, che non ci fa staccare gli occhi dalle pagine. Come risolvere questo grandissimo problema? Ma è semplicissimo! L'ardeur! L'espediente metapsichico (uso continuo del termine, roba da mal di testa) preferito della HamHam. Poco male che ogni tanto qualche altro poveretto capiti sotto le grinfie della pazza Anita.
Va bene, a parte questo - thank God - la Ham ci ha risparmiato la solita dose di Nathaniel e dei suoi capelli all'Arbre Magique alla vaniglia, di Micah pisellone e di Richard che, lo ammetto, mi attizza un casino lo stesso anche se è isterico come una donna in menopausa.
Spicca piacevolmente Jason, che ha dei momenti in cui si intravede qualcosa di più del solito cretinetto. Jean Claude, anche lui, uno spazio maggiore e più definito nel senso che Anita lo vede più come suo compagno (non solo di letto) e stranamente dipende emotivamente e fisicamente di più. E' stato un cambiamento gradito, visto che lo ha sempre trattato come una pezza da piedi.
La parte relativa agli omicidi è totalmente trascurabile perché mal organizzata, superficiale e banale. Peccato, perché il licantropo serial killer era un'idea carina.
Che dire, quindi. Tutto sommato l'ho letto 'bene', ma non mi ha colpita né in bene, né in male. Vediamo il prossimo come si evolve e cercherò di capire se la serie può rientrare come tappabuchi nelle mie letture.

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