22 gennaio 2012

Kelley Armstrong
Bitten. La notte dei lupi

Serie Women of the Otherworld 1
Titolo originale Bitten
Trama 
Toronto, ai nostri tempi. Elena Michaels è una giornalista di successo, ha un ragazzo normale che la vorrebbe sposare, ama correre di notte, correre veloce come il vento. Non sono certo le strade buie o i tipi loschi a farle paura perché dalla sua ha qualcosa di straordinario. È l’unica donna licantropo al mondo. Ha abbandonato il suo clan d’appartenenza e i comfort della villa, loro quartier generale, per una vita ordinaria. Indietro non si è lasciata solo un Branco ma anche Clay, colui che l’ha tradita trasformandola in un licantropo. Sarà l’amore per l’unico uomo che davvero le abbia toccato il cuore e il forte sentimento di appartenenza ai licantropi che la ricondurranno indietro, quando il Branco avrà bisogno di lei. È giunto per Elena il momento di scegliere tra l’amore per Clay e quello per il ragazzo della porta accanto, tra la sua nuova vita, tessuta su una tela labile e pregna di bugie, e la sua natura che, come la luna chiama le maree, la sta chiamando a sé. 

Commento


Va bene, cosa posso dire su questo romanzo. Sufficiente? Carino? Mi dispiace un pò non scatenarmi come molti in un commento super positivo. D'altronde, se non mi ha fatto impazzire non posso certo far finta che sia il contrario, no? Mettiamola così: l'ho iniziato convinta che mi sarebbe piaciuto. Che poi, durante la lettura, questa convinzione si sia persa per strada non è tanto importante.
Dopo tutta la pubblicità che ha avuto nei vari blog, e dopo i primi commenti entusiasti (alcuni anche prima di averlo letto, per assurdo) mi aspettavo decisamente di più. Bitten è un romanzo che sta a metà strada, che non si sbilancia troppo, che non lascia nemmeno il segno. La trama di base è accattivante: Elena è l'unica femmina di lupo mannaro sulla faccia della Terra, una specie di miracolo/scherzo della natura. La cosa interessante, o che lo è all'inizio, è che proprio l'uomo di cui era innamorata è l'artefice di questa maledizione: Clay, da me rinominato il bimbominchia dei mannari. Elena ha un collegamento particolare, molto tormentato, con lui e con il resto del branco, che le ricorda ogni volta momenti felici e momenti brutti del suo passato. A Toronto si è fatta una vita lontano dai suoi - pochissimi - simili, ha un fidanzato umano smidollato, permissivo e sottomesso, insomma...una vita quasi perfetta, visto che deve mutare di nascosto in mezzo ai cassonetti della spazzatura. Un bel giorno riceve una telefonata dal capo branco, una specie di santone/papà che illumina tutti con la sua saggezza di mannaro sempreverde. Elena, quindi, parte per scoprire che i suoi simili sono sotto attacco. Ok, da qui si svolge la trama principale, che non sto a ripetere, e che è anche abbastanza appassionante...seppur non proprio originalissima (ma vabé). La cosa che mi ha lasciata perplessa sono stati i continui monologhi di Elena, le sue menate, il suo voler per forza contrastare la legge della natura (o dei mannari, se vogliamo essere precisi) in un susseguirsi di litigi con Clay, scontri verbali con il capo -nonmiricordocomesichiama- e noiosissime seghe mentali. Va bene, abbiamo capito che sei combattuta, ma non triturarmi i neuroni! Mancava poco e si arrivava ai livelli di Anita Blake, ma con meno rompicoglioneria e più flemma. Insomma, Elena è una perenne indecisa, che si sveglia solamente nel momento tragico e zac! capisce che non può vivere senza di lui. Lui...Clay. Clay, che dire...un mannaro precoce e coriaceo, psicopatico (o almeno così dicono, io lo sono di più di lui in certi giorni), egoista (l'ha trasformata, dopo tutto), infantile e petulante. Si, ok è gnocco, ma la sua bimbiominchioneria offusca tutto. Si poteva fare decisamente meglio, con il personaggio maschile. Ma anche in questo caso, va bene lo stesso. I personaggi secondari sono piacevoli, e i cattivi credibili il che è già abbastanza. Il romanzo non mi è dispiaciuto, anche se l'ho trovato lentino ed in certi punti noiosetto. Fortuna che aveva un prezzo 'lancio' e che ero ben disposta, altrimenti la delusione sarebbe stata grande. Non so se comprerò il seguito, perché mi hanno detto essere ancora incentrato su Elena e Clay e, a meno che non ci sia un miglioramento drastico, non ho voglia di incrociarli ancora sulle pagine.

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