1 gennaio 2012

Juliet Marillier
La figlia della foresta

Serie Trilogia di Sevenwaters 1
Trama
Lord Colum di Sevenwaters ha generato sette figli: Liam, il leader naturale,l'avventuroso Diarmid, i gemelli Cormack e Conor, il ribelle Finbar e ilcompassionevole Padriac. Sarà tuttavia Sorha, l'unica figlia, la settima dellanidiata, a difendere la propria famiglia e a proteggere la propria terra daibretoni, nel momento in cui il padre e i fratelli rimangono vittimedell'incantesimo della perfida Lady Oonagh. Esiliata da Sevenwaters e rifugiatasi nella foresta, la giovane cade nelle mani dei suoi nemici econosce l'amore...



Commento
Avevo scelto questo libro solamente in base ai commenti positivissimi che avevo letto online. Così mi sono lasciata tentare e ho preso non solo questo primo volume, ma l’intera trilogia – in biblioteca, ovviamente. Ebbene, non l’ho trovato particolarmente appassionante od originale, al contrario, è stato un mattone difficile da digerire. Mi sono messa d’impegno, sforzandomi di trovare qualcosa che mi facesse appassionare alla storia o affezionarmi ai personaggi, ma non ce l’ho fatta. Credo, nella mia pur limitata cultura fantasy, che questo romanzo sia tristemente asettico, monotono e freddino. La cosa strana è che la trama, ma soprattutto la protagonista, si prestano benissimo ad una narrazione appassionante; invece l’autrice riesce solamente a presentare i fatti con un gelido distacco, anche se il libro è scritto con la prima persona di Sorha. Verrebbe da pensare che la protagonista sia un blocco di ghiaccio, che dopo tutte le sfighe e le peripezie che ha passato e subito in 606 pagine, non sia ancora in grado di esprimere e trasmettere emozioni. 
L’impressione generale è scarsa quindi, anche se a fasi alterne mi sono: scocciata per le continue ripetizioni dei fatti, annoiata per tutta la prima parte, che non solo è pesante da superare ma inutile al fine narrativo, incuriosita quando finalmente si smuovono le acque ed infine interessata alla vicenda di Sorha e alla sua avventura in Britannia. Sebbene, quindi, dalla metà il libro cominci ad avere un certo ritmo, la risoluzione della questione principale è stata un po’ troppo sommaria per i miei gusti, liquidando la cattiva sicuramente al secondo libro. L’unica vera fine è legata, comunque, alla storia di Sorha e di Red. Ecco, Red è stato uno dei pochi aspetti interessanti: sebbene i suoi perché si capiscano subito e siano tristemente banali, per lo meno ha dato un pizzico di diversità alla storia, imponendosi come personaggio di spicco assieme a Sorha. 
Il vero difetto di questo libro è lo stile dell’autrice, come ho già detto, troppo monocorde e omogeneo anche quando, nella descrizione di certe parti e di certe scene, avrebbe avuto bisogno di maggior trasporto emotivo, maggior descrizione dei sentimenti e meno concentrazione su cose che vengono dette, ridette e stradette, appesantendo tantissimo la lettura e lasciando ben poco con cui emozionare il lettore.

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