9 gennaio 2012

Julie Garwood
La dote di Sara

Trama 
Inghilterra, inzi del XIX secolo: la ragion di stato decide il matrimonio di Sara Winchester e di Nathaniel St.James, figlio del conte di Wakersfield. E' volontà del sovrano infatti chiudere una faida che da diversi secoli oppone le due famiglie... e quale miglior mezzo di un'alleanza d'amore, opportunamente sostenuta da una dote cospicua? Tutto perfetto dunque, salvo l'età degli sposi: quattordici anni Nathan, solo quattro la piccola Lady Sara. Firmato il contratto, gli sposi tornano alle rispettive famiglie e comincia l'attesa dell'età adulta, quando potranno consumare il matrimonio e confermare così il passaggio della dote nelle mani di Nathan. Ma l'attesa ha per ognuno dei futuri sposi un diverso significato: Nathan si mantiene fedele alla promessa sposa e... all'idea di ricchezza che l'accompagna, Sara cresce sognando un cavaliere avvolto da un'armatura d'oro capace di amarla e proteggerla per la vita. Quando s'incontrano, Nathan trova una donna appena sbocciata, innocente e splendida, ma sincera fino all'impudicizia, caparbia fino alla ribellione. E Sara, al posto del vagheggiato cavaliere, vede un rude vichingo, un cinico avventuriero dei mari, un uomo d'azione impenetrabile ai sentimenti. In un lungo viaggio per mare, che li porta dalle brume inglesi al dardeggiante sole dei Caraibi, Nathan scopre che Sara lo ha stregato, esaltando i suoi sensi e colmando la sua anima. A niente valgono gli intrighi di corte, i calcoli dei parenti che mirano a imbrigliare le carte per mettere le mani sulla dote, o gli inganni e disinganni che minacciano di separarli: Sara, la piccola ribelle imposta dal sovrano, è la donna che sa capire tutto della sua vita, anche i più chiusi segreti, anche le imprese ai limiti della legalita'. E' la presenza amorosa che riesce a cacciare i fantasmi del passato, è la creatura solare che vince -finalmente- la sua paura di amare. 

Commento
Avrei anche potuto dargli un voto più alto, ma purtroppo più di tre non me la sento di dargliele. Non vorrei dire una boiata madornale, ma questo dovrebbe essere uno di quei libri introvabili che tutte vogliono e che nel mercato dell'usato ha dei prezzi stratosferici. Io l'ho trovato in biblioteca e, pur avendolo apprezzato, posso dire che non sia proprio quel gran che.
Inizia maluccio e lentamente, con una scena che spiazza un pò: il matrimonio dei due protagonisti; la scena però ha come protagonisti tutti fuorché loro, e quindi mi sono chiesta la sua utilità. Subito dopo si passa a Nathan, che sta organizzando il rapimento di Sara. Da qui si passa a Sara e alle varie scene che compongono la trama. A parte il prologo barboso, il resto prende bene. Ci sono alcune scene divertenti, come per esempio quella iniziale che porta al rapimento di Sara, con lei che gira di notte con Nathan alle calcagna, oppure buona parte del viaggio in mare, quando Sara fa un casino dietro l'altro. In sostanza Sara è il personaggio che vuole divertire il lettore: è innocente ed ingenua e questo si presta a fraintendimenti e giochi di parole, è goffa e pasticciona, il che porta automaticamente a tragedie sfiorate. Sara non cambia dall'inizio del libro: è una ragazzina che vive un pochino tra le nuvole, innamorata da sempre del marito Nathan anche se nemmeno lo ha mai visto, infatuata di un'immagine eroica del suo bello che viene distrutta appena si rende conto che il tizio che l'ha portata sulla barca è proprio il marito. Poverina, comincia ad urlare così forte che tutti i pirati si defilano per non sentirla. Nathan invece è un eroe da sbavo, per quanto mi riguarda, solamente fino al pezzo in cui sostano sull'isola di Nora, da quel momento perde molti punti. Per ordine: Sara lo definisce 'vichingo' appena lo vede, alto con lunghi capelli neri, muscoloso e spallato, con una frusta in mano. Insomma...sbav! Perfetto anche il carattere: grugnisce invece di rispondere, è scontroso, cinico, incattivito il 90% delle volte, pirata pentito e seduttore. E' stato particolarmente divertente leggere gli scontri verbali tra Sara e Nathan, mentre le scene d'amore sono piuttosto bruttine, forse a causa della traduzione, chi lo sa. Nel momento in cui Nathan si accorge di tenere a lei diventa una specie di idiota che non sa che pesci pigliare: non capisce più nulla, corre, urla e sbraita e alla fine ha gli occhi dolci solo per lei...che noia! Insomma, il lupo di mare non viene addomesticato da una ragazzina, no? Avrebbe dovuto continuare a comportarsi da vichingo con la frusta e non da cagnolino innamorato. Proprio per questo, la seconda parte del romanzo è priva di particolari attrattive. E' scontato che bisogna arrivare alla soluzione e questa arriva con una certa facilità. I cattivi pagano, i buoni si sistemano e vissero tutti felici e contenti. Un romanzo carino, ma che non rileggerei nemmeno se lo avessi.

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