13 gennaio 2012

Jane Austen
L'abbazia di Northanger

Trama 
Una storia d'amore sboccia nella cittadina termale inglese di Bath tra un giovane e benestante pastore anglicano e la protagonista del romanzo, Catherine Morland. Creduta una ricca ereditiera, Catherine viene invitata dal padre del fidanzato nella residenza di famiglia, l'ex-abbazia di Northanger. Qui la protagonista vive, in uno scambio tra fantasia e realtà, banali eventi quotidiani alterandoli alla luce di immaginarie atmosfere di terrore, tanto da mettere a repentaglio il rapporto sentimentale appena nato. Celebrazione dei riti d'iniziazione sociale della borghesia inglese di provincia, quest'opera della Austen rappresenta una sottile parodia del romanzo sentimentale e soprattutto del romanzo gotico. 


Commento
Ok, allora. Ammetto di avere un'incresciosa lacuna letteraria. Fino a poco tempo fa non avevo mai letto nulla della Austen, ma niente di niente. Ho pescato a caso nello scaffale della biblioteca perchè non sapevo con cosa iniziare, e - ovviamente - mi sono beccata il primo romanzo e forse anche quello più brutto. Che sia una parodia del romanzo gotico mi sta anche bene, che ci sia ironia è fantastico, che la trama sia praticamente inesistente può starci senza problemi. Però che palle! Catherine è una bamboccia idiota. Non solo cade dal pero, è una credulona che abbocca anche alle cattiverie più palesi. Insomma, un'eroina che si presta perfettamente al gioco delle parodie del romanzo. Seppure idiota, non mi ha irritata, l'avrei anche letta senza problemi se non fosse stato per tre personaggi con cui Catherine interagisce più dell'eroe inesistente: Isabelle, la 'cattiva' della situazione, la Giuda di turno, la voltafaccia, doppiogiochista...insomma, l'elemento fastidioso (ma molto fastidioso) del romanzo; il fratello di Isabelle, fastidioso quasi quanto lei, ispira violenza; il padre dell'eroe inesistente Tinley, che aveva almeno un pò di carattere. Insomma, la parodia si è sentita solo nella circostanza della visita di Catherine a Northanger, e si è limitata a qualche scena ridicola con una cassapanca e un sospetto di omicidio, tutto qua. Va bene che è il primo romanzo della Austen, va bene che si fa leggere senza problemi, però non mi è piaciuto. Soprattutto la fine è stata particolarmente deludente, perché ha chiuso tutto in fretta in un paio di capitoletti, quando avrebbe potuto almeno approfondire la risoluzione della questione 'matrimonio' con una spiegazione più chiara di quella ingarbugliata che ci viene data.
Forse riproverò la Austen, ma questa volta non pesco più a caso, prima che mi becco un'altro mattone come questo.

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