13 gennaio 2012

Diana Gabaldon
Nevi infuocate

Serie Outlander 10 
Trama
Nella vita ci sono due certezze: la morte e le tasse, ma nella Carolina del Nord, alla vigilia della Rivoluzione americana, la prima sembra ben più ineluttabile delle seconde. Nel 1772, la situazione è sempre più insostenibile: a Boston si muore per le strade, e nelle campagne della Carolina del Nord si appicca fuoco alle case isolate. Un'ombra oscura si estende anche su Fraser's Ridge, la tenuta di Jamie e Claire... La colonia è in fermento e il Governatore Josiah Martin si rivolge a Jamie per ottenere aiuto. Jamie ormai è un pilastro della comunità, rispettato da tutti: coloni scozzesi, immigrati tedeschi e tribù indiane che vivono a ridosso della Linea del Trattato. Fra Regolatori impenitenti che non accettano le tasse inglesi e Comitati di Salute pubblica che vogliono imporre l'ordine a modo loro, il Governatore ha bisogno di qualcuno che tenga unito il paese, riesca a placare il risentimento dei coloni e garantisca la sicurezza del Re e della corona. James Fraser, tutti concordano, è l'uomo adatto. L'unico problema è che Claire, sua moglie, è una viaggiatrice nel tempo, così come sua figlia Brianna e il genero Roger. E Brianna, che conosce il futuro, gli ricorda che il 18 aprile di tre anni dopo, nel 1775, la miccia della rivoluzione verrà accesa e dopo una lunga e sanguinosa guerra le colonie otterranno l'indipendenza, mentre quanti resteranno fedeli al Re verranno uccisi o esiliati. Due prospettive che non piacciono molto a James né alla sua famiglia... 

Commento
Orbene. Decimo volume della serie e il motore comincia a singhiozzare. Diciamo pure che il voto pieno non se lo merita. Prima di tutto è cambiata la traduttrice. Con tutto il rispetto per la nuova (Chiara Brovelli), che ha fatto un lavoro ottimo, la Galassi riusciva a tradurre con quel 'qualcosa' in più. Più disinvoltura, più espressività, più emotività, una traduzione meno tecnica ma molto più efficace. Questa nuova versione manca di coinvolgimento, sembra quasi fredda al tatto. Il risultato è che l'attaccamento alla storia nasce solo dalla maestria della Gabaldon, anche se in certi punti lo sbadiglio ci scappa.
Secondo: non succede quasi nulla. Insomma, non è la prima volta che la Gabaldon racconta, racconta e alla fine non dice nulla, ma in questo caso si sente molto. Una cosa che mi ha infastidito è lo strano cambio di POV: in alcuni casi così subitaneo che non si capiva chi stava narrando.
In generale, comunque, il voto è alto. A livello emotivo c'è molto coinvolgimento: Claire è, questa volta, la vittima. Subisce una serie di violenze che la segnano, ma - stranamente - che vengono superate in modo relativamente semplice. Jamie le ruba la scena anche in questo caso, riprendendo possesso dello scettro del personaggio più maltrattato. Jamie stesso viene più descritto come marito e padre che come personaggio maschile dominante; un po' mi è mancato l'highlander dei primi libri, ma è anche vero che ormai ha i suoi bei 50 anni e non può più fare il galletto. Conseguentemente Roger diventa il nuovo giovane, anche se prende vie che mi sono poco digeste: per esempio...pastore? Ma ripigliati! Con tutto quello che succede, con tutto quello che puoi diventare...tu vuoi predicare? Ma non ti bastano le tue sfighe? Vuoi pure quelle degli altri? Bha! Brianna, con tutta la mia simpatia, lo prende a scopettate in faccia. Sebbene siano una coppia perfetta, a volte pure loro due si scornano alla grande. Per fortuna, quindi, che Brianna mi sta diventando sempre più simpatica, perché altrimenti la cosa si faceva pesante. Per chiudere il cerchio, Jemmy è sempre un rotolo di ciccia che fa morire dal ridere, e assieme al suo compare Germaine è una specie di diavoletto della Tasmania. Parlando di Germaine, il padre, Fergus, mi ha lasciata un pò male per il suo atteggiamento da uomo depresso, il preda alle crisi di nervi per via della mano mancante. Intanto la moglie sgobba come una negra...bha.
Inquietante il ritorno di due fantasmi: Frank e Black Jack. Ma neanche da morti la smettono di rompere le balle? E basta! Pussate via, vecchi bacucchi morti e liberateci dalle vostre misere memorie! Un altro fantasma, però di una viva - purtroppo - ritorna...Laoghaire, la vacca dall'inferno. Che possa schiattare pure lei così va a formare il trittico con gli altri due minchioni.
Per essere una prima parte è decisamente lentina, manca di brio e di vitalità. Ma rimane cmq un romanzo della Gabaldon, per cui è molto al di sopra della media ed è, quindi, un libro bello dalla prima all'ultima parola, pieno di emozioni forti e di personaggi che sono più amici immaginari che parole su carta.

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