26 dicembre 2011

Anne Stuart
Principe di spade

Titolo originale Prince of Swords

Trama
I Romanzi Mondadori
Jessamine Maitland legge i tarocchi e, notte dopo notte, predice il futuro nei salotti di Londra. Finché una sera “scopre” l’identità del Gatto, il temerario ladro che da mesi ruba gioielli e preziosi dalle case più ricche della città: Alistair MacAlpin, conte di Glenshiel.
Intuendo di essere stato smascherato, Alistair vede una sola via d’uscita: sedurre Jess.









Commento

Avrei dovuto imparare la lezione. Ogni volta che mi lascio trasportare dall'entusiasmo altrui rischio sempre di rimanere delusa almeno un poco. Quando è uscita la notizia che Principe di spade sarebbe stato pubblicato dalla Mondadori si è scatenato il putiferio. Tutte felicissime, tutte entusiaste che questo romanzo, a detta loro, stupendo arrivasse anche in Italia. Perfetto, mi sono detta io, un romanzo bellissimo con un bastardo DOC non me lo lascio scappare. E infatti l'ho comprato. Diciamo una cosa prima di tutto. Io non sono una fan del damerino, dell'uomo imparruccato e incipriato, insomma, gli uomini del 700 a me non fanno risvegliare nessun ormone. Ovviamente, non sapendo come sarebbe stato presentato Alistair, ero tutta presa dalla lettura, perché questo va detto, lo stile è davvero stupendo, scorre ed è stato ben tradotto, senza contare che i dialoghi sono il punto forte del libro. Pero', quando l'autrice ci descrive il protagonista, mi sono cadute, come si suol dire, le noccioline. Ora, uno che mi compare con parrucca, fazzolettino profumato in mano, scarpe con pietre preziose...come può, in nome di Dio, affascinarmi? Risposta: non può. Ci sono rimasta così male che ho chiuso il libro e ho preso a lamentarmi come una foca impazzita. Un damerino! Con il parrucchino e il fazzolettino! Non ci potevo credere. Però poi mi sono detta: ma se le altre dicono che è un bel libro ci sarà un motivo, no? Allora l'ho ripreso in mano e sono andata avanti con la lettura, e nel giro di una giornata l'ho finito. 
Impressione generale? Un ottimo libro dal punto di vista narrativo, ma purtroppo Alistair, il protagonista, mi ha affascinata solamente per la sua mente e non per il resto. E' un essere diabolico, non c'è che dire, è cattivissimo, risponde malissimo e tratta male tutti con tanto di sorrisino derisorio e nuvoletta che gli compare sopra la testa con dentro scritto 'Sono meglio di te, carciofo senza palle'. I dialoghi sono l'unica parte in cui Alistair spicca, se non fosse per quello sarebbe, per me, piatto e privo di fascino; ma quando parla, rimani folgorata dalla sua bastardaggine. Mi ha fatto morire dal ridere, e anche se era cattivo forte, non si può odiarlo. Alla fine sono arrivata ad apprezzarlo per il suo carattere e non per il suo 'aspetto', cosa che di solito non accade molto spesso nei romance. Va bene così, perché per quanto riguarda l'infatuazione generale del personaggio, questa mi ha colpita per un personaggio secondario: il poliziotto Brennan, che ho adorato dalla sua prima comparsa. Quindi mettiamola così, il personaggio principale, Alistair, il Gatto, ti affascina per la sua mente, non resisti alla sua cattiveria e come Jessamine, più ti tratta male più lo adori, mentre Brennan è l'eroe di scorta, se non ti piace il protagonista puoi ripiegare su di lui senza sforzo.
Arriviamo ora a Jessamine, la protagonista femminile: Jess è la figlia maggiore di una famiglia caduta in disgrazia, povera e senza casa. Si spacca la schiena per mantenere la madre e la sorella minore Fleur attraverso un'attività particolare. Jess, infatti, è dotata di un potere soprannaturale, vede il passato, il presente e il futuro attraverso la lettura dei tarocchi, ma solo finché rimarrà vergine. La sua capacità viene sfruttata da un poliziotto corrotto, collega di Brennan, che vuole catturare il Gatto facendo così il colpaccio di una vita, peccato che tutti vogliano acciuffare il ladro più famoso di Londra, un Robin Hood egoista, che ruba i gioielli ai più ricchi e stronzi per pagare la ristrutturazione della sua casa di famiglia. Alistair è cattivo e buono assieme, ha uno strano codice morale che lo porta ad essere attratto da Jess perchè lei lo tira fuori dal torpore della noia. Jess è attratta da Alistair ma come vittima, come preda, rimane completamente inerme di fronte ai suoi assalti, sia verbali che fisici, e sinceramente è fin troppo arrendevole. Per uno come Alistair avrei voluto una eroina che avesse per lo meno un po' di carattere. Jess ce l'ha, un poco almeno, però non è abbastanza per farmi tifare per lei. E' un bel personaggio, bilanciato tra vittimismo della donzella e dinamismo di una donna che sopravvive solamente per le sue capacità, però cede con troppa facilità... 
Senza raccontare la trama, che dopo tutto non è la parte che ti colpisce di più, arrivo alla conclusione che la Stuart ha uno stile molto bello, i suoi personaggi sono tutti ben creati, interessanti per diversi motivi, ben assortiti e soprattutto non banali. Per ora questo è il primo suo romanzo che leggo, spero che ne verranno pubblicati altri perché per una cosa per lo meno non sono rimasta delusa: se tutti i suoi personaggi maschili sono come Alistair, allora la Stuart è diventata la mia nuova fonte per i bastardi doc.

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